Per fortuna non sono il solo a pensarlo, ce ne sono tanti altri e qualcuno l’ha pensato e l’ha scritto in modo encomiabile!! 🙂 Un sentito grazie a Maximilian Ascari!
Sono sconvolto dal risultato del Referendum sulle Trivellazioni
No, non sono sconvolto dal fatto che non sia stato raggiunto il Quorum.
Sono sconvolto dalle reazioni delle persone che sono andate a votare. Sono sconvolto dai commenti che leggo in giro, su Facebook, nei blog.
Reazioni di rabbia. Insulti. Accuse. Giudizi pesantissimi e spietati.
Leggo commenti come: “Il 70% degli italiani ha il cervello fritto”. “Oggi l’Italia è in lutto per colpa di chi non ha votato”. “Chi non ha votato è uno spiritualista da scrivania”. “Voi che non avete votato, ora andate a raccogliere il petrolio dell’incidente di Genova”. “Chi non ha votato non ha il diritto di considerarsi italiano”.
“Se ci saranno incidenti la colpa sarà vostra e questa colpa ve la sbatterò in faccia per tutta la vita”. “Gli italiani fanno schifo”. E via così.
Il vero risultato di questo Referendum è che gli italiani sono ancora più separati. Ancora più incattiviti. E si odiano tra di loro.
Divide et Impera.
L’ho già detto e lo ripeto: si vota ogni giorno. Ogni santo giorno. Con le proprie azioni, con le proprie scelte.
Votare è un diritto, non un obbligo. Chi vuole votare ha il diritto di poterlo fare e c’è chi ha dato la vita per garantire alle persone questo diritto. Ma ciò non significa che questo sia un obbligo. Perché c’è anche chi ha dato la vita perché le persone potessero essere libere di scegliere e di esprimere la propria opinione. E la propria opinione si esprime anche attraverso l’astensionismo. Che ci piaccia o no.
Sarebbe opportuno interrogarsi sul motivo per cui le persone non sono andate a votare. E credo che i motivi siano tanti. Non uno. Milioni.
C’è chi non ha votato perché non si sente più ascoltato dallo Stato e non vuole più rispondere. C’è chi non ha votato perché si sente preso in giro. C’è chi non ha votato perché ritiene che questo Referendum sia una truffa. C’è chi non ha votato perché pensa che votare a questo Referendum avrebbe peggiorato le cose, indipendentemente dal risultato. C’è chi non ha votato perché pensa che votando si continua a legittimare questo cosiddetto sistema “democratico”, in cui il cittadino può esprimere la propria opinione solo se e quando gli viene dato il permesso di farlo (e poi comunque non viene ascoltato).
E poi certo, sicuramente c’è anche chi non ha votato perché non ne aveva voglia. Per pigrizia, per ignavia, per irresponsabilità, per disinteresse.
E chissà quante altre. Milioni di motivazioni diverse. Impossibile fare di tutta l’erba un fascio. Eppure la tentazione è forte…
E chi ha votato? Anche qui non c’è un’unica motivazione. Ho letto commenti di tutti i tipi. C’è chi è andato a votare per salvare il proprio mare. C’è chi è andato a votare per far dispetto a Renzi che ha detto di astenersi. C’è chi è andato a votare per dare un segnale forte. C’è chi è andato a votare perché quando lo Stato chiama, i bravi cittadini rispondono prontamente. C’è chi è andato a votare per senso di colpa. C’è chi è andato a votare perché “lo so che non conta niente, ma voglio illudermi che serva a qualcosa”. C’è chi è andato a votare perché temeva i giudizi degli altri. C’è chi è andato a votare senza informarsi e senza capirci niente, ma quelle foto di cormorani nel petrolio fanno così tanta pena…
Anche qui così tante motivazioni diverse, spesso in contraddizione tra loro…
Il vero risultato del Referendum? Un grande caos. Molti di quelli che non hanno votato varrebbero come un Sì. E molti di quelli che hanno votato varrebbero come un No.
Non nello spoglio delle schede, non nel conteggio dei voti, ma NEI FATTI.
Perché la verità è che SI VOTA OGNI GIORNO.
Si vota ogni giorno, con le proprie scelte, con le proprie azioni, con i propri sacrifici.
Conosco molte persone che votano Sì ogni giorno, da tanti anni. E molte di queste persone non sono andate a votare al Referendum. Se ne sono state a casa, continuando a fare del loro meglio per migliorare questo mondo, per il bene di tutti. Senza fare baccano, senza sbandierare, senza insultare. A testa bassa, concentrati sulla loro missione. Fare il meglio che possono, per il bene di tutti. Cercando di essere coerenti.
E conosco tante persone che non si pongono grossi problemi. Continuano a fare la loro vita normale, la vita che fanno tutti, senza grande spirito critico, senza particolare attenzione alle proprie scelte, senza informarsi più di tanto. Fanno quello che fanno tutti. E poi si organizza un Referendum, queste persone vedono qualche video commovente su Facebook, ascoltano la propaganda delle varie associazioni ambientaliste, viene detto loro che un bravo cittadino ha il dovere di votare… e via, si va a votare al Referendum. E poi tornano a casa, continuando a fare la loro vita di sempre. Nulla è cambiato, tra il prima e il dopo.
Ma siccome queste persone HANNO VOTATO, siccome hanno dedicato mezzora del loro tempo nell’infilare un foglio di carta in una scatola di cartone, allora si sentono migliori degli altri. E giù insulti, gran baccano, accuse, giudizi spietati, cori da stadio…
La mia impressione è che l’italiano medio voglia soluzioni facili a problemi difficili. E che, vessato dal senso di colpa (eh, il peccato originale…) abbia bisogno di sentire la coscienza pulita. E soprattutto, c’è bisogno di un colpevole. Di un capro espiatorio. Di qualcuno a cui dare la colpa per tutti i mali. Basta che quel qualcuno non sia SE STESSO.
L’ho già scritto in un altro articolo. Il problema non era “andare o non andare a votare a questo referendum”. Il problema era, e rimane, cosa abbiamo fatto PRIMA e cosa faremo DOPO aver votato a questo referendum?
Finora abbiamo consumato sempre più petrolio e gas naturale. Una piccola quantità la produciamo, il resto lo importiamo. Da qualche parte il petrolio e il gas devono essere estratti.
La storia recente è costellata di ENORMI danni ambientali in tutto il mondo. Quanti di noi si sono posti il problema di ridurre drasticamente i propri consumi energetici negli ultimi anni? E quanti di quelli che hanno votato Sì al Referendum, dopo essere tornati a casa, adotteranno una politica di risparmio energetico sufficiente a ridurre il consumo in modo proporzionale alla quota di petrolio e gas che non vogliono venga trivellato vicino alle coste italiane?
Perché il problema è questo. Se chi ha votato Sì non vuole che petrolio e gas vengano trivellati nelle coste italiane, ma non rinuncia a questa quota di energia, allora in modo molto ipocrita e irresponsabile pretende che questo petrolio e questo gas vengano estratti a casa di qualcun altro, in qualche altra parte del mondo. E’ come rivendicare il diritto di avere il proprio giardino pulito e curato, per poi gettare la spazzatura nel giardino del vicino. E’ questo l’atteggiamento virtuoso di cui andare fieri?
E siccome non esiste veramente MIO e TUO, perché il mondo è UNO e non appartiene ad alcuno di noi, se diciamo NO alle trivellazioni, allora dobbiamo dire NO a tutte le trivellazioni. Punto.
<<Eh, ma è proprio votando al Referendum che possiamo cambiare il mondo!!!>>.
Falso.
E’ solo smettendo di consumare petrolio che il petrolio cesserà di essere trivellato.
Abbiamo fatto un referendum sull’acqua pubblica. Abbiamo raggiunto il quorum e la maggioranza ha votato Sì all’acqua pubblica. E l’acqua è stata privatizzata.
Quante persone che hanno votato Sì al referendum per l’acqua hanno smesso di consumare acqua in bottiglia? Quante persone si sono unite per rifiutarsi di pagare le bollette sull’acqua ai propri comuni? Quante persone hanno protestato, picchettato, fatto azioni di boicottaggio? Poche, troppo poche.
Perché la verità è che votare una sola volta è molto comodo. Poi abbiamo la coscienza pulita. Abbiamo fatto il nostro dovere… le cose non cambiano? Peccato. Io però la mia parte l’ho fatta, sono a posto con la coscienza.
Amen.
Votare è un po’ come la lotteria di Capodanno. Speriamo di prendere il biglietto vincente, speriamo che basti questo a cambiare in meglio le cose per sempre… ah vabbè, niente, ho perso, sarà per la prossima volta. E continuo a fare la mia vita di sempre.
In questo caso addirittura il referendum è stato un po’ come una partita di calcio: tifoserie avversarie, votanti contro astenuti, insulti a non finire, sfottò, vediamo chi vince… ah maledizione, hanno vinto gli astenuti, bastardi maledetti dovete morire. Vabbè ciao eh, ci vediamo allo stadio alla prossima votazione. Ciaone.
Si vota ogni giorno.
Io ho fatto le mie scelte. Io voto ogni giorno. Per molti anni ho girato con un’auto a metano. Da quasi un anno non ho nemmeno più l’automobile e giro in bicicletta e con i mezzi pubblici. Riciclo il più possibile e faccio la raccolta differenziata. Se possibile compro cibo sfuso, per evitare di buttare via il packaging. Ho fatto corsi nelle scuole del mio paese per insegnare ai ragazzi come riciclare e riusare gli oggetti più comuni e quelli elettronici. Andavo in discarica a recuperare vecchi computer, per riassemblarli e darli ai ragazzi e alle scuole. Mi compro nuovi vestiti o un paio di scarpe una volta all’anno, forse meno, e solo lo stretto necessario (non sono un tipo alla moda). Non uso il climatizzatore d’estate e d’inverno se possibile vado a legna. Quasi ogni settimana, durante le mie passeggiate, raccolgo sacchi pieni di rifiuti abbandonati per strada dagli altri e li butto nel mio cassonetto (e qui in Irlanda la spazzatura si paga a peso, quindi non solo raccolgo i rifiuti degli altri, ma pago io per smaltirli).
Eppure non mi sono mai permesso di giudicare gli altri o di accusarli. Perché anche io, come tutti, CONSUMO. Consumo elettricità, consumo petrolio, consumo gas. Sono uguale a tutti gli altri.
Cari amici, che vi piaccia o no, siamo tutti sulla stessa barca.
Il Referendum è una buona occasione per esprimere la propria opinione. Ma non basta. C’è chi vota mille volte, ogni giorno, umilmente, in silenzio, per il bene dell’Italia e degli italiani. E c’è chi vota una volta sola e poi fa un gran baccano, giudicando e insultando gli altri dall’alto della sua rettitudine morale e del suo senso civico.
Ma questo Referendum non poteva cambiare le cose. Poteva solo spostare il problema di qualche miglio più in là.
E a chi dice che il Referendum serviva per dare un segnale, per far sentire la nostra voce, un segnale che noi italiani siamo uniti, che ci teniamo, che vogliamo lottare assieme per cambiare le cose, beh… proprio voi che avete votato e che insultate gli altri, voi state dando il segnale contrario. Con i giudizi, con gli insulti, con l’arroganza, state dando il segnale che l’Italia è divisa, che gli italiani si accapigliano tra di loro, che è facile creare una guerra civile, basta polarizzare le persone e poi farle scannare tra di loro.
Divide et Impera.
Tutto viene strumentalizzato per creare zizzania, per creare rabbia, odio, paura, conflitti. Per separarci e farci sentire più soli, così che nessuno si fida più degli altri e vede nemici ovunque.
Oggi vedo quelli che hanno votato Sì al referendum che incolpano con rabbia gli astenuti per l’incidente di Genova.
A parte il fatto che l’incidente di Genova riguarda una raffineria e questo Referendum non parlava di chiudere le raffinerie… ma la verità è che quella raffineria serve a produrre energia che TUTTI GLI ITALIANI consumano, compresi quelli che sono andati a votare Sì al referendum.
Siamo tutti sulla stessa barca e siamo tutti ugualmente responsabili. Solo se ci uniamo, se ci rimbocchiamo le maniche e se portiamo un cambiamento reale e concreto, ognuno nel proprio quotidiano, ognuno nella propria vita, le cose possono cambiare in meglio.
Si vota ogni giorno.
Un sentito grazie per questo meraviglioso post a Maximilian Ascari.